Mercati Asiatici: Dopo Pechino, Shanghai

Mercati Asiatici: Dopo Pechino, Shanghai

Del fatto che i prodotti con logo 100% made in Italy siano sempre più apprezzati e richiesti ne abbiamo avuta un’ulteriore dimostrazione dall’interesse mostrato da operatori e consumatori presenti prima alla “Chic” di Pechino e successivamente al MICAM di Shanghai.

Questo è quanto affermato dall’imprenditore maceratese Giuseppe Mazzarella, Presidente Nazionale della Moda di Confartigianato e membro del CdA della nuova ICE (Istituto Italiano per il Commercio con l’Estero).

Con circa 2000 espositori ed una media di 100.000 visitatori al giorno – continua il Presidente Mazzarella – la Chic si è confermato uno dei maggiori eventi fieristici del settore moda sul territorio cinese rappresentando un’ottima vetrina per l’intero mercato dell’Estremo Oriente: numerose sono state infatti le presenze di buyers giapponesi, taiwanesi e di acquirenti provenienti dall’area di Hong Kong.. Analogamente grande importanza per il settore delle calzature ha rivestito il “The MICAM Shanghai”: si è trattato della prima edizione di ciò che vuol essere il trasferimento in Cina del format del MICAM. Dal 9 all’11 aprile, presso l’Exhibition Centre di Shanghai, su una superficie di 6500 mq., sono state 251 le imprese calzaturiere espositrici presenti, provenienti da 13 Paesi: di queste, ben 174 erano aziende italiane (86 provenienti dalle Marche, tra le quali 32 della provincia di Macerata e, di queste, 10 associate a Confartigianato Imprese Macerata). La manifestazione è stata frequentata da circa 6.000 operatori e buyer estremamente qualificati, collegati a grosse catene di negozi sul territorio cinese. Sui mercati asiatici si cercano sempre più prodotti di qualità e sta crescendo l’interesse per le produzioni 100% Made in Italy. Va ribadita a tal proposito l’importanza, per il nostro settore calzaturiero, per l’intero mondo artigiano e per la nostra economia in genere di questi mercati visto che la produzione calzaturiera rappresenta il 40% dei prodotti italiani esportati in Cina.

E’ di grande interesse rilevare – afferma Paolo Capponi, responsabile della categoria Moda di Confartigianato Macerata – che la Cina da qui al 2016 crescerà mediamente del 13% annuo, il maggior benessere stimolerà, come in passato, anche la ricerca di qualità ed i nostri prodotti, al riguardo, non sono secondi a nessuno. Non va dimenticato che già attualmente, per quanto concerne l’acquisto di beni di lusso, la Cina assorbe il 35% della produzione mondiale (seguita dalla vicina Hong Kong, con il 26%; Europa ne assorbe il 23%, gli Stati Uniti d’America il 10%) e nel suo territorio Shanghai (con il 49%) e Pechino (con il 38%) recitano la parte del leone. Ed inoltre – continua Capponi – va segnalato anche che va modificandosi l’approccio dei cinesi verso l’acquisto di beni di lusso: se fino a qualche anno fa nettamente predominante era, da parte dei ricchi consumatori cinesi, la ricerca del brand, oggi stiamo assistendo ad una virata di mentalità sia dei nuovi ricchi che dei buyer di nuova formazione: non è più solo il marchio famoso a farla da padrone; si sta infatti sempre più affermando l’interesse per il prodotto in sé, essendo aspetti quali il gusto, lo stile, l’alta qualità, ancorché priva di un marchio affermato, a suscitare emozioni e desiderio d’acquisto. Un’opportunità ulteriore per il nostro made in Italy, soprattutto per il vero e totale “tutto fatto in Italia”: e sotto questo aspetto i prodotti con logo 100% made in Italy sono di una garanzia unica.

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