Decreto su cuoio, pelle e pelliccia: un provvedimento a garanzia del consumatore e del Made in Italy

Decreto su cuoio, pelle e pelliccia: un provvedimento a garanzia del consumatore e del Made in Italy

L’atteso provvedimento sulle «Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia” e di quelli da essi derivanti o loro sinonimi», è stato definitivamente approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il decreto, che sostituisce ed integra la legge che dal 1966 ad oggi ha regolato la materia, definisce con esattezza il possibile ambito di utilizzo dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia” nei prodotti.

L’uso in etichetta di tali termini si riserva infatti a prodotti ottenuti dalla lavorazione di spoglie di animali, che conservino intatta la struttura delle fibre e che abbiano strati di copertura di spessore limitato a 0.15 millimetri.

Si specifica, poi, il divieto di messa  in vendita o in commercio, con i termini “cuoio”, “pelle”, “pelliccia”, di prodotti che non siano ottenuti unicamente da spoglie animali, sottoposte ai rispettivi trattamenti consentiti e  lavorate appositamente per conservarne le specifiche  caratteristiche naturali. Viene aggiunto che il divieto si applica anche nel caso in cui termini richiamati  siano usati come aggettivi e sostantivi, inseriti quali prefissi o suffissi o sotto nomi generici, anche se tradotti in lingua diversa dall’italiano. Oltre a prevedere sanzioni per i trasgressori, si stabilisce che per i prodotti ottenuti da lavorazioni nei Paesi esteri, che comunque utilizzano la dicitura italiana dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia”, l’etichetta debba contenere l’indicazione dello Stato di provenienza.

“Accogliamo con favore – specifica Giuseppe Mazzarella, Presidente di Confartigianato Moda – l’attenzione dello Stato al mercato delle pelli, regolato finora da norme desuete. Grazie a questo provvedimento, le merci prodotte con pelle, cuoio o pelliccia rigenerati non potranno più essere confuse con l’autentico pellame, e l’etichetta potrà essere una reale garanzia per il consumatore”. “Inoltre – continua Paolo Capponi, responsabile dell’Ufficio Export di Confartigianato Imprese Macerata –  con l’indicazione in etichetta dello stato di provenienza, si evidenzierà l’origine dei prodotti, garantendo l’autenticità, la qualità e la regolarità delle produzioni, altro tassello importante che si aggiunge alla già importante legge sul 100% Made in Italy, voluta ed ottenuta fortemente dalla nostra Associazione, che disciplina e garantisce le produzioni fatte interamente in Italia.”

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